Anche il 2021, oramai, volge al termine. Dopo un anno difficile, alle prese con l’assenza delle materie prime – la scarsità dei semiconduttori su tutti – il 2022 diventa una sorta di dentro fuori. Il tema, oltre a quello della ripresa economica, quanto mai necessaria per un settore in difficoltà, è anche quello della sostenibilità ambientale. L’ultimo anno, infatti, ha presentato il conto dell’ambiente, portando con sé la consapevolezza che occorre fare di più e meglio se si vuole assicurare un futuro ai figli di ciascuno di noi.
Il trasporto e la logistica nel 2022 alle prese con la sostenibilità
Far compenetrare le legittime esigenze di ripresa economica delle aziende con le altrettanto legittime esigenze di sostenibilità ambientale sarà, certamente, la vera sfida del nuovo anno. Le ricette sono numerose e vanno dai mezzi con trazioni alternative, come quella elettrica e a idrogeno, al trasporto ferroviario, capace di assicurare un’alternativa sostenibile per lo spostamento delle merci. Senza chiaramente trascurare l’esigenza dell’intermodalità.
Tutto questo, però, richiede uno sforzo economico senza precedenti.
Uno sforzo che deve essere praticato proprio in uno dei momenti più difficili per la supply chain mondiale. La gigantesca domanda arrivata dopo la pandemia ha generato uno squilibrio che le catene di distribuzione non sono state in grado di sostenere. Il risultato è stato un collo di bottiglia, incapace di sostenere le richieste che pervengono dal mercato produttivo. E così si è andati incontro all’aumento del costo dei trasporti, del costo delle materie prime e dei carburanti. Cause ed effetto di una situazione che, se non affrontate con rigore e tempestività, possono avere gravi ripercussioni. Il 2022, pertanto, sarà anche una sfida a potenziare le linee strategiche della distribuzione mondiale.
Dalla sua, almeno in Europa, la supply chain ha un grande alleato. Sono i fondi messi a disposizione dai governi per superare le fasi drammatiche della pandemia. Come sempre, però, è necessario dare risposte nell’immediato e non sarà facile far collimare progetti di ampie vedute, e di lungo raggio, con le esigenze immediate delle aziende, specie le più piccole, che sono costrette a fare i conti nell’immediato con la crisi. La sfida è gigantesca, dodici mesi forse sono troppo pochi per risolverla, ma ognuno è chiamato a fare il proprio compito per non trovarsi, tra dodici mesi, di fronte a una crisi ancora più grande.