A guardare la mappa dei poli logistici, fino a qualche tempo fa, i centri urbani sembravano un deserto. La tendenza, tuttavia, si sta rapidamente invertendo e gli investitori si stanno sempre più avvicinando a centri nevralgici, come quello di Milano. Lo dimostra l’ultima acquisizione, quella messa a segno nei pressi di Bergamo, dove è stato appena acquistato un magazzino, già affittato da Amazon, di 160 mila metri quadrati. Ma è solo l’ultimo esempio, di una strategia in realtà ben consolidata.
L’attuale situazione della logistica, che punta sui grandi poli
L’ecommerce, il delivery e l’esigenza di rispondere con sempre maggiore rapidità alle richieste della clientela, infatti, stanno spingendo a riconsiderare la situazione. E Milano, in questo senso, rappresenta il centro nevralgico del nord dell’Italia. Basti pensare che, nei soli primi nove mesi del 2021, il capoluogo lombardo ha attirato il 43% dei volumi di investimenti immobiliari del settore. Se si allarga il cerchio poi nel raggio di Novara, Brescia, Bergamo e Piacenza, si trovano ben 12 milioni quadrati di superficie, che assommati fanno un valore complessivo di infrastrutture pari a 10 miliardi di euro.
E del resto, che Milano sia un po’ l’ombelico della logistica italiana è sottolineato anche dai dati della Camera di Commercio di Milano: nel confine del capoluogo lombardo, attualmente, operano esattamente 1.301 imprese, per un totale di 95 mila operatori, e un movimento di 22 miliardi di euro. Il tutto, si traduce in un incremento del 5% in dieci anni. Il risultato della logica della logistica dell’ultimo miglio, che inevitabilmente sta spostando i poli logistici sempre più vicino alle persone, senza tuttavia perdere contatto con le periferie. Cosa accadrà ben presto? Probabile che i poli più grandi continueranno a essere in periferia, mentre in città come Milano saranno sempre più presenti poli di piccole dimensioni che aiuteranno a migliorare la logistica dell’ultimo miglio.