Qualcuno, forse, se ne è accorto acquistando qualche genere alimentare prodotto all’estero, come il salmone norvegese, i cui costi sono lievitati a dismisura. Qualcun altro, invece, ne ha fatto esperienza alla pompa di rifornimento, dove benzina, gasolio e metano hanno raggiunto nuovi record storici. Altri, invece, si stanno rendendo conto che l’emergenza del trasporto inizia a far scarseggiare i prodotti. Di fatto, ormai un po’ tutti si stanno rendendo conto che la situazione è ben più seria di quanto possa apparire. Tutte questo, però, sono buone notizie confrontate a ciò che ci aspetterà verso Natale, quando i consumi, come da tradizione, cresceranno e si andrà incontro ad ulteriori fenomeni speculativi.
La situazione che potrebbe fermare il Natale
Certo, quello italiano è un popolo che difficilmente rinuncia alle proprie tradizioni. E il pranzo di Natale, indubbiamente è fra le tradizioni più rispettate di sempre. Di fronte agli elevati costi di alcune materie, così come di fronte alla difficoltà di reperire anche degli alimenti – per esempio la frutta secca che tipicamente compare sulle tavola natalizie – potrebbe essere difficile attenersi alle abitudini del periodo.
I problemi, ormai sembra anche ripetitivo, restano sempre gli stessi: la difficoltà organizzativa dei trasporti, determinata dal sovraccarico dei flussi logistici, e l’ascesa dei costi di spedizione, causata dal caro del noleggio container, dall’aumento dei costi del carburante e, non da ultimo, dalla difficoltà di reperimento di manodopera, sono certamente alla base di questo fenomeno. E naturalmente queste crisi, che sommate danno luogo alla situazione attuale, non potranno che acuirsi ulteriormente quando la domanda di beni aumenterà, mettendo ulteriormente sotto stress le catene distributive già oggi in affanno.
Soluzioni a breve termine, purtroppo, non ci sono. E questo, oltre che un grave problema per il settore dei trasporti e della logistica, è anche un grave rischio per l’economia mondiale che, proprio in queste settimane, sta provando a uscire fuori dalla crisi determinata dalla pandemia. È per questo che occorre, ora più che mai, un intervento serio e rapido: un Natale triste possiamo anche permettercelo, ma un’economia in crisi davvero no.