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È iniziata l’era delle autostrade intelligenti. Sono infatti entrate in esercizio, dopo una prima fase sperimentale, le prime smart roads italiane. Un totale di 52 chilometri, lungo l’autostrada A1, che consente di verificare già da subito il sistema di comunicazione tra il veicolo e l’infrastruttura viaria, fornendo informazioni in tempo reale sulle condizioni di traffico.

Il progetto delle smart road italiane

Incidenti, code, veicoli fermi oppure contromano, presenza di strada sdrucciolevole, di persone o di ostacoli, cantieri ed eventi climatici avversi. La lista di informazioni che le smart road potranno trasferire ai veicoli è lunga e in continuo aggiornamento. Ben presto, gli autoveicoli potranno “captare” queste informazioni e trasferirle al conducente, realizzando in tal modo un nuovo sistema di trasporti.

La prima tappa di questo viaggio è iniziata nel tratto autostradale tra Firenze Sud e Firenze Nord, per un totale di 26 chilometri, a cui si vanno ad aggiungere altri 26 chilometri, sul nodo urbano di Bologna. Questo è stato il primo passo compiuto da Autostrade per l’Italia, attraverso la controllata Movyon, e Volkswagen Group Italia. Ben presto, però, si aggiungeranno anche 50 chilometri sulle tratte autostradali della Liguria e i 90 chilometri della Variante di Valico. «Il nostro obiettivo è quello di continuare a sviluppare e rendere disponibili su strada soluzioni in grado di connettersi in maniera interoperabile con i sistemi di bordo di qualunque car maker, così da rendere le strade italiane pronte per i sistemi di guida autonoma – ha spiegato Lorenzo Rossi, Amministratore delegato di Movyon – Celebriamo un importante traguardo e crediamo che l’innovazione nello sviluppo e nell’integrazione di piattaforme e dispositivi per la comunicazione V2I non solo porterà miglioramenti significativi nella gestione della viabilità, ma contribuirà a disegnare una mobilità sempre più intelligente e sicura, con nuove opportunità in termini di servizi ai viaggiatori».

I primi veicoli a sfruttare questa tecnologia saranno proprio quelli del Gruppo Volkswagen, che saranno dotati di Car2X. Questo sistema coprirà un raggio di circa 800 metri e migliorerà a mano a mano che saranno sempre di più i veicoli a integrarla. «La connettività è un elemento centrale per le auto di oggi. Il dialogo tra veicoli e infrastruttura e, più in generale, con l’ambiente circostante ha un enorme potenziale in termini di sicurezza, sostenibilità e user experience – spiega Stefano Sordelli, Future Mobility Director di Volkswagen Group Italia – Per velocizzare la creazione dell’ecosistema della mobilità connessa e, in un momento successivo, di quella autonoma, è necessaria la collaborazione tra tutti i player coinvolti: costruttori automobilistici, aziende tecnologiche, gestori delle infrastrutture, istituzioni e centri di ricerca. L’attivazione delle prime Smart Roads è un ottimo esempio in tal senso».

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